La mia ultima storia di Nathan Never, dal (per me) inaccettabile titolo Poteri Mentali, è stata ben accolta, e la cosa non può che farmi ovviamente piacere!
Ne approfitto, perciò per raccontare qualche "dietro le quinte" relativo alla realizzazione.
Quando ho presentato al curatore responsabile e papà di nathanNever, Antonio Serra, la quindicina di righe che componeva il soggetto (cioè l'dea principale, il riassunto molto stringato della trama), mi sono sentito chiedere: “Sì, ma come la racconti ‘sta storia?... perché il soggetto è deboluccio, rischiamo di ritrovarci l’ennesima indagine poliziesca!”
Risposta del sottoscritto: “fanculo l’indagine!”
Eh sì, perché, dopo vent’anni, credo sia difficile, se non impossibile, emozionare il lettore con l’indagine poliziesca pura!
Il titolo originale, il mio titolo (e non quello che trovate in copertina, che è una scelta della redazione) era Vite Perdute. Al plurale.
Volevo parlare della vita perduta di un ragazzo, della vita perduta di una madre, della vita perduta di un padre e infine di quella di uno scienziato.
Volevo parlare di come un evento sconsiderato avesse fatto perdere la possibilità di una vita “normale” e felice a persone diverse, che le possibilità le avevano, di come le avesse peggiorate col passare degli anni... così per tutti loro, tranne che per l’unica che poteva sembrare la più balorda e sbandata, l’ex marine Jux, la quale ha ritrovato, grazie a quell’evento, un motivo per cambiare.
Insomma, personaggi riconoscibili in esempi contemporanei, e interazioni tra di loro in un contesto diverso dal solito (ecco perché la capitale africana).
Niente robot né astronavi... ma anche questa è la magia della fantascienza, che ci permette di raccontare storie contemporanee grazie all’allegoria di un futuro che verrà... o che almeno potrebbe somigliargli!