giovedì 23 settembre 2010

Perdita di Vite Perdute



La mia ultima storia di Nathan Never, dal (per me) inaccettabile titolo Poteri Mentali, è stata ben accolta, e la cosa non può che farmi ovviamente piacere!

Ne approfitto, perciò per raccontare qualche "dietro le quinte" relativo alla realizzazione.

Quando ho presentato al curatore responsabile e papà di nathanNever, Antonio Serra, la quindicina di righe che componeva il soggetto (cioè l'dea principale, il riassunto molto stringato della trama), mi sono sentito chiedere: “Sì, ma come la racconti ‘sta storia?... perché il soggetto è deboluccio, rischiamo di ritrovarci l’ennesima indagine poliziesca!

Risposta del sottoscritto: “fanculo l’indagine!

Eh sì, perché, dopo vent’anni, credo sia difficile, se non impossibile, emozionare il lettore con l’indagine poliziesca pura!

Il titolo originale, il mio titolo (e non quello che trovate in copertina, che è una scelta della redazione) era Vite Perdute. Al plurale.

Volevo parlare della vita perduta di un ragazzo, della vita perduta di una madre, della vita perduta di un padre e infine di quella di uno scienziato.

Volevo parlare di come un evento sconsiderato avesse fatto perdere la possibilità di una vita “normale” e felice a persone diverse, che le possibilità le avevano, di come le avesse peggiorate col passare degli anni... così per tutti loro, tranne che per l’unica che poteva sembrare la più balorda e sbandata, l’ex marine Jux, la quale ha ritrovato, grazie a quell’evento, un motivo per cambiare.

Insomma, personaggi riconoscibili in esempi contemporanei, e interazioni tra di loro in un contesto diverso dal solito (ecco perché la capitale africana).

Niente robot né astronavi... ma anche questa è la magia della fantascienza, che ci permette di raccontare storie contemporanee grazie all’allegoria di un futuro che verrà... o che almeno potrebbe somigliargli!

News: Almanacco dell'Avventura 2011

Cari amici, parenti e colleghi,

a distanza di pochi giorni dall’ultima mia, è in edicola una nuova uscita firmata dal sottoscritto.

Nel corposo Almanacco dell’Avventura 2011, trova posto una storia Zagoriana scritta da me e illustrata dal maestro Alessandro Chiarolla!

A completare l'Almanacco, 82 pagine di articoli a dedicati a cinema, libri, film, telefilm, videogiochi e tutto quanto possa riguardare l’Avventura!

 

Per saperne di più: http://www.sergiobonellieditore.it/auto/edicola?collana=25&collocazione=1#

 

 

 

martedì 21 settembre 2010

E poi cosa ci vuoi insieme? Una bella fettina di culo?!


Sarà l'influenza, sarà che con 36,9 gradi di febbre divento lagnoso e intrattabile, ma leggendo in giro per la rete i commenti alle mie storie, è saltato fuori un argomento che mi ha un po' indispettito... e cioè il costo degli albi.

Due euro e settanta per un "giornaletto" a molti sembrano molti, anzi troppi!

Da una parte mi irrito, dall'altra però capisco...
Sin da ragazzino, nel cercare di capire come si fa questo mestiere, mi ero reso conto di quanto lavoro ci fosse a monte per realizzare una storia che il 95% dei lettori leggono a pezzi, in mezz’oretta, sul treno o al gabinetto!

Insomma, un anno e mezzo di lavoro solo per gli autori (sceneggiatore e disegnatore), e a ciò si deve aggiungere tutti i lavoranti a corollario: dai letteristi ai fotolitisti, dai curatori ai tipografi, edicolanti ecc... e tutti ci devono guadagnare la pagnotta!

Duemila Lire?... ma come cacchio è possibile?! Era una cifra ridicola!

In proporzione meno di un gelato confezionato in fabbrica!

Poi me ne sono fatto una ragione “da grande” guardando mio nipote acquistare i libri obbligatori per le vacanze scolastiche.

Ne prendeva due a caso dalla lista e... li soppesava tenendone uno in ciascuna mano!

Il peso!... la carta!... era quella la discriminante!... non stava comprando un libro, comprava della carta, che più pesava più “era impegnativa”!

La gente compra la carta, non il suo contenuto!... L’opera? Quella è gratis, lo è sempre stata!

Al cinema si paga per usare la poltrona, per lo schermo grande e per l’impianto sonoro fico... non per il valore di ciò che viene proiettato sullo schermo!... Perché quello, lo si può scaricare gratis da internet!

Un esempio concreto? Nathan Never viene scansionato e messo in rete illegalmente, ogni albo ha circa 400 download!... e non ditemi che è il pendolare che lo legge sul treno; si tratta di appassionati di fumetti, ci metto le chiappe sul fuoco!

Insomma, la maestria (nel senso della capacità di saper fare), è gratuita! Perciò, se sai disegnare, fammi uno schizzo, se sai scrivere, scrivimi qualche bella frase per il biglietto di auguri... lo sai fare? E allora fallo gratis! Perché non produci nulla di concreto, non fai una sedia, non costruisci un muro, fai qualcosa di effimero che, perciò, non ha valore!

Ciò non si può applicare a lavori che non siano cretaivi. Ovviamente a nessuno verrebbe in mente di andare in macelleria, e provare e pretendere un etto di prosciutto al prezzo della carta che lo contiene! Il solo pensarlo è una follia... ma per l'opera cretiva è tutto un altro paio di maniche!

Però... però da chi è culturalmente attivo, appassionato ed interessato, mi aspetto un tipo di approccio differente; posso capire il “costa troppo per la mia paghetta” ma per chi la paghetta da mamma e papà non la prende più, tre euro al mese o cinque euro una volta l’anno, valgono la polemica?

Quanto ho scritto non lo dico per vendere una sola copia in più, sia chiaro!... Ma vorrei solo che "chi pensa che i giornaletti costano tanto" ragionasse su quanto lavoro c’è dietro ad un albo che cosa soltanto tre o cinque euro... insomma, non pre-giudicateci “a peso”.